La prima macchina del caffè espresso
Si sa che gli italiani hanno un rapporto del tutto speciale con il caffè. La conferma è data anche dalle invenzioni italiane in questo campo, dalla moka alla macchina del caffé espresso.
Fu Angelo Moriondo, un imprenditore torinese vissuto a cavallo tra ottocento e novecento, a inventare la prima macchina automatica per fare una bevanda il cui nome si sarebbe poi diffuso dall’Italia al resto del mondo: il caffè espresso.
Moriondo gestiva diversi alberghi e ristoranti nella bellissima ed elegante Torino, e fu proprio quest’attività a fargli venire l’idea di realizzare un apparecchio meccanico che gli permettesse si servire alla clientela dei propri bar un caffè istantaneo, per limitare i tempi di attesa e servire più clienti nello stesso momento.
La macchina del caffè espresso venne realizzata in collaborazione con il meccanico Martina, e venne ufficialmente presentata per la prima volta all’Expo Generale di Torino del 1884.
Il primo brevetto fu registrato il 16 maggio 1884, con la denominazione “Nuovi apparecchi a vapore per la confezione economica ed istantanea del caffè in bevanda. Sistema A. Moriondo”.
L’innovativo sistema del Moriondo permetteva di ottenere, tramite un complesso apparato di serpentine, una fuoriuscita di acqua bollente a forte pressione che, attraversando di getto il contenitore con la polvere di caffè, faceva uscire la bevanda molto velocemente.
Oltre ad avere tempi di preparazione ridottissimi, il nuovo caffè espresso aveva anche la caratteristica di essere altamente concentrato e quindi dal gusto forte e dall’aroma deciso.
Moriondo non sfruttò mai industrialmente questa straordinaria invenzione italiana, e si limitò a utilizzare i prototipi artigianali delle sue macchine da caffè nei bar dei suoi alberghi.
Successivamente fu Luigi Bezzera a brevettare dei miglioramenti apportati al progetto originale, per poi cederne i diritti a Desiderio Pavoni, che inaugurò nel 1905 la prima produzione in serie di macchine da caffè espresso, in una piccola officina di Milano.
Quando Pier Teresio Arduino fondò nel capoluogo piemontese la storica ditta “Victoria Arduino”, il brevetto tornò a Torino, e da lì inizio a diffondersi in tutto il mondo, grazie a un nuovo ciclo di produzione industriale delle macchine automatiche per il caffè su ampia scala.
Achille Gaggia, titolare dell’omonima azienda, introdusse un ulteriore miglioramento nel 1947, ovvero il cosiddetto gruppo a leva, grazie al quale oggi le macchine da espresso sono in grado di produrre quella deliziosa cremina che tanto apprezziamo nei nostri caffè al bar.
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