I riti della Settimana Santa in Italia
Nel corso della Settimana Santa si svolgono in tutta Italia rappresentazioni e processioni che commemorano la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù Cristo. Quasi ogni borgo della Penisola, dai capoluoghi fino ai più piccoli centri, allestisce una sua ricostruzione delle vicende della Storia Sacra, richiamandosi a tradizioni peculiari del territorio.
A Vittoria (Ragusa) le devozioni del Venerdì Santo sono costituite dalla rappresentazione del Dramma Sacro. Al mattino un’antica e preziosa statua del Cristo morto, posta all’interno di un’urna-cataletto, viene condotta in processione dalla Basilica della città a piazza Calvario e inchiodata alla croce presso un tempietto neoclassico. Per tutto il pomeriggio la statua è lasciata all’adorazione dei fedeli e la sera la rappresentazione scenica si conclude con la deposizione dalla croce. Il corpo di Cristo viene ricollocato nell’urna e riportato al sito originario.
Ad Enna il Venerdì Santo si tiene una processione cui partecipano le Congregazioni, antiche corporazioni delle arti e dei mestieri riconosciute fin dai tempi dei sovrani spagnoli, i cui circa duemila confratelli, incappucciati nei costumi tradizionali, sfilano portando su vassoi i venticinque simboli del Martirio di Gesù.
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Ad Assisi (Perugia) la sera del Giovedì Santo nella Cattedrale di San Rufino si svolge la Deposizione del Crocefisso, rito che rappresenta quanto resta di un’antica laude trecentesca sulla Passione. I riti del Venerdì Santo, invece, prevedono al mattino una processione per il trasferimento del Cristo Morto dalla Cattedrale alla Basilica di San Francesco e in serata la Processione delle Confraternite che, al chiarore delle fiaccole, segue lo stesso percorso con la statua della Madonna Addolorata.
A Gallipoli ha luogo la Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo, con le statue dei Misteri Dolorosi portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del mattino del Sabato Santo. All’alba infatti avviene l’incontro con la Processione di Maria Desolata che parte intorno alle tre, nel buio della notte squarciato solo dalla luce dei quattro lampioni, dallo squillo lacerante della tromba e dal lugubre rullare del tamburo scordato.
Sulla Settimana Santa a Gallipoli, vedi qui.
A Taranto i riti della Settimana Santa prevedono lo svolgimento di due processioni, una il giovedì e una il venerdì.
Il giovedì si svolge la Processione dell’Addolorata. La statua della Vergine è portata in processione dalla Confraternita di Maria SS. Addolorata e San Domenico. Il corteo religioso parte dalla Chiesa di San Domenico in città vecchia e raggiunge alle prime luci dell’alba la città nuova. La durata complessiva di questa processione è di 14 ore. I confratelli indossano l’abito di rito composto da un camice bianco stretto in vita e sui polsi un rosario con medaglie a carattere religioso che pende alla destra del camice, una cinta di stoffa nera che pende alla sinistra del camice, la mozzetta di colore nero con il medaglione raffigurante la Vergine Addolorata, un cappuccio bianco calato sul volto tutta la notte con due fori all’altezza degli occhi, un cappello di colore nero calato sulle spalle, una finta corona di spine sul capo e infine scarpe nere e guanti bianchi. La processione è aperta dalla troccola (strumento in legno che produce un caratteristico suono), le pesàre ( gli unici bambini che partecipano alla processione), la Croce dei Misteri, i crociferi, 14 poste (coppie di confratelli), il trono e infine la statua dell’Addolorata portata a spalle da quattro confratelli in abito di rito e da quattro forcelle in abito scuro.
Il Venerdì si svolge la Processione dei Misteri. Questa Processione è organizzata dalla Confraternita di Maria SS. Del Carmine. Percorre il solo centro cittadino e dura complessivamente 15 ore. L’abito di rito dei confratelli è composto dal camice bianco, una cinta nera, il rosario, lo scapolare ( simbolo distintivo dei devoti della Vergine del Carmine), la mozzetta di color crema, il cappello nero bordato di azzurro calato sulle spalle e il cappuccio bianco calato sul volto. Tutti i confratelli in abito di rito camminano rigorosamente scalzi. Anche questa processione è aperta dal troccolante; seguono il gonfalone, la Croce dei Misteri, le statue di Cristo all’orto, Cristo alla Colonna, l’Hecce Homo, la Cascata, il Crocifisso, la Sacra Sindone, Gesù morto e l’Addolorata. Tra le statue si sistemano 24 poste. Elementi essenziali della Settimana Santa tarantina sono le marce funebri eseguiti dalle bande ingaggiate dalle confraternite. L’andatura lentissima di tutti i partecipanti alle processioni prende il nome di nazzicata.
Simbolo della Pasqua a Firenze è lo Scoppio del Carro. Due buoi bianchi trasportano il Carro, detto affettuosamente dai fiorentini “Brindellone“, dal Piazzale del Prato fino al Duomo di Firenze. Un filo di ferro unisce il Carro all’altare maggiore. Lungo il filo è legata una colombina che porta nel becco un ramoscello di ulivo e ha il compito di scivolare con la miccia accesa per incendiare i fuochi d’artificio contenuti nel carro. Durante la S. Messa, al momento del Gloria, l’Arcivescovo accende i razzi della colombina che scorre lungo un filo, percorrendo tutta la navata centrale; qui appicca il fuoco ai mortaretti piazzati sul “Carro” e torna indietro verso l’altar Maggiore.
Se la colombina compie il percorso per intero e lo scoppio è perfetto, si preannuncia per la città toscana un anno positivo.
La Pasqua 2010 in Italia dice,
Scritto il 15 Marzo 2010 alle ore 12:51
[…] Santo è il giorno della morte di Gesù sulla Croce. Il in questo è tradizione effettuare, in molti posti per le strade, l’esercizio della Via Crucis. La chiesa cattolica pratica il digiuno ecclesiastico e si […]